ORARIO LAVORATIVO: LUNEDÌ-VENERDÌ 08:00-18:00EMAIL: info@animoveterinario.itTELEFONO: +39 333 5008245

Ebbene si! I risultati sono più che soddisfacenti per tutti: me, gatti e proprietari…

Da un anno seguo una colonia felina a Latina nella quale vivono numerosi gatti, di cui molti sieropositivi, vuoi per la FeLV, vuoi per la FIV, o vuoi per entrambe.

Senza dilungarmi sui sintomi delle malattie virali che tutti bene o male conosciamo, voglio sottolineare che somministrando giornalmente nell’acqua di bevanda dell’Echinacea 5ch, abbiamo ottenuto risultati meravigliosi: sfruttando le azioni antivirali ed immunostimolanti dell’echinacea, che di norma si somministra in Tintura Madre (T.M.), l’aumento della capacità d’azione dovuto alla diluizione omeopatica, senza considerare l’economicità della forma del farmaco omeopatico rispetto a quella fitoterapica, stiamo continuando a garantire ai gatti della colonia una qualità di vita elevata e dignitosa.

Vi invito pertanto a provare, e – per favore – inviatemi le vostre esperienze via mail.

Buon lavoro, Alda Grossi Medico Veterinario Omeopata, Agopuntore e Floriterapeuta.

 

 

 

 

 

 

 



Il detto: “Siamo ciò che mangiamo” vale anche per i nostri quattro zampe.

Alimentereste vostro figlio con merendine, prodotti industriali, e pasti del McDonald? Bene, è quello che oggi, fin dallo svezzamento, viene consigliato di fare per tutti gli animali domestici. Come non bastasse, vengono prescritti mangimi speciali per “curare” sintomi (diarrea, prurito cutaneo, problemi renali, aumento del peso corporeo, ecc..).Questi ultimi costituiscono segnali precisi che andrebbero invece considerati adeguatamente!

Esiste una folta bibliografia d’oltremanica che conferma e supporta la mia esperienza di campo nel riportare l’animale ad alimentarsi con cibo vero, il più vicino possibile alla forma che troverebbe in natura: carne o pesce crudi o sbollentati con aggiunta di una fonte di carboidrati digeribili (es. riso soffiato).

I benefici sono molteplici: dall’aumento della vivacità, alla risoluzione di tutti i problemi cutanei, intestinali, epatici, renali, ecc.

Difatti con l’alimentazione naturale si fornisce cibo “vivo”, ancora portatore di energia (gli atomi vibrano ancora), e si regola il pH intorno ai parametri dell’acidità piuttosto che dell’alcalinità.

Tutti i carnivori (cani, gatti, furetti, ecc.) hanno globalmente un pH acido. Con l’alimentazione industriale, il pH tende a valori sempre più alcalini ed ecco una delle cause maggiori di disfunzione del “sistema cane/gatto”.

Parlo di “sistema” perchè tutti gli organismi superiori sono in realtà dei sistemi viventi complessi, nei quali vivono miliardi di micro e macroorganismi saprofitici. Uno dei parametri principali, responsabile dello sviluppo di un dato tipo di flora microbica, piuttosto che di un altro, è il pH.  Con un pH acido si selezionerà un tipo di flora adatto al metabolismo del sistema carnivoro, viceversa con quello alcalino (o basico) sarà adatto al sistema erbivoro.

Non è infrequente che, in pazienti nefropatici, somministrando il giusto alimento che madre natura (e non l’azienda xy) ci propone, si ristabiliscano i parametri renali nel giro di poche ore/giorni. E la clinica ci conferma che nella terapia del paziente nefropatico, si somministrano degli acidificanti per le urine. Ma perchè si deve arrivare a ciò, quando una sana, bilanciata e gustosa alimentazione casalinga garantisce il benessere ed il mantenimento della salute dei nostri quadrupedi?

Per chi fosse interessato ad un piano alimentare casalingo e bilanciato, nonchè ad avere idee su come potersi organizzare per non cucinare tutti i giorni per i propri animali, andate alla pagina Contatti e telefonatemi o scrivetemi.

La salute parte da ciò di cui ci alimentiamo, e questo vale anche per gli animali.

 

 

 

 

 

 

 



CARA ALDA ,
sono quasi due mesi che ci conosciamo , ricordo ancora come sia stata attratta dal tuo volto sorridente e pieno di umanità per la tua professione .
Ti ho contattata da MILANO per elencare i sintomi dei miei amati gatti; in particolare una di loro con felv positiva di nome Kitti  con diagnosi : linfoma intestinale con disturbi di vomito e diarrea .
Devo ammettere che con la tua cura omeopatica ho visto le migliorie giorno x giorno . Ora è più vitale con più appetito e sta molto meglio , cosi’ anche l’altro gatto di nome Miki.
Hai capito subito dai dettagli da me descritti trattasi di gastrite  anche lui sta decisamente meglio con la tua cura , e tutto questo a distanza.
Peccato che tu non sia a MILANO per  poterti conoscere di persona e farti visitare i miei pelosi,  ma non importa, perchè tu anche a distanza, con la tua bravura e il mio aiuto nell’elencarti i sintomi li stai curando benissimo .
TI ABBRACCIO , MARTA DA MILANO.


Ciao Alda,

2 anni fa quando ti incontrai alla fiera a Sermoneta io non sapevo che ci fosse la possibilità di curare omeopaticamente gli animali.

Grazie a te ho imparato a conoscere anche questo ambiente, il che mi ha permesso di curare i miei animali senza doverli traumatizzare. Per gli alpaca era una sofferenza vedere entrare delle persone nel recinto, dato che queste venivano collegate alla somministrazione iniettiva del vermifugo. Da quando invece abbiamo iniziato con l’omeopatia, i nostri animali si sono tranquillizzati, sono molto più docili, anche nei nostri confronti. Abbiamo inoltre riscontrato più vivacità soprattutto nei piccoli, i quali sono più attivi.

Quando ti ho conosciuta gli alpaca non godevano di buona salute, avevano una grandissima quantità di vermi che il vermifugo chimico non riusciva ad estinguere.. A causa di questo problema ci sono deceduti anche degli animali, che non hanno fatto in tempo ad avere le cure omeopatiche.

Prima vaccinavo contro le clostridiosi, ma continuavo ad avere perdite nei cria! Con il tuo arrivo in azienda abbiano smesso, risparmiando molti soldi… Nell’ultimo periodo si sono presentati due casi di clostridiosi: una in forma acuta, e un’altra in forma più leggera, grazie alla tempestività con cui abbiamo agito. Entrambe le situazioni sono state affrontate con flebo e cure omeopatiche, che hanno permesso di osservare in tempo reale il miglioramento della salute dell’animale fino al completo ristabilirsi dell’animale nei giorni successivi.

Attualmente sono 2 anni che curo tutti gli animali della mia azienda omeopaticamente, e godono tutti di ottima salute!

Per quanto riguarda la tua persona, sei stata una dei pochi veterinari che si è interessata a questi animali.. Purtroppo in Italia esistono pochi esemplari e quindi non sono in molti ad avere l’interesse di studiarli e capire i loro bisogni (almeno nella nostra zona). Ci hai aiutato molto sotto questo punto di vista, ci hai insegnato anche ad osservarli con più attenzione, capire quando non stanno bene ed intervenire in modo tempestivo per curarli.

A presto, Ilenia.



Carissima Alda
     Noi abbiamo appena cominciato a portarti i nostri mici*, e anche se il miglioramento è piuttosto lento, cene accorgiamo chiaramente.
     Marco, Dante e Perla erano il tre gatti disperati nel senso che il nostro medico veterinario di fiducia, che è bravissimo per curare con il metodo tradizionale, ci aveva confessato, dicendo ” Non so che altro posso fare. Ci vuole qualche metodo alternativo. ” Così per puro caso ti abbiamo conosciuta in tempo. E’ stata una fortuna per noi. Siccome sono una Giapponese, conosco l’omeopatia e ci credo. E ci credo ancora di più dopo aver notato i risultati positivi, anche se sono piccoli per ora, delle cure avute da te. Penso che sia l’unico metodo non violente ed efficace.
     Mi ricordo di povero Marco che si era felicemente rilassato sotto le tue mani. 
Ti abbraccio forte,                                Yukiko
*i gatti soffrono tutti di granuloma eosinofilico


Questa è la storia di Tamata, cagna meticcia dobermann di 4 anni, operata bilateralmente per rottura del legamento crociato.

I proprietari mi hanno raccontato che “…Da quando è stata operata (2 anni or sono), Tamata è cambiata: si è molto rattristata, zoppica, non corre e salta più come una volta, sta molto alla cuccia ed ulula dal dolore quando la si prova a maneggiare o a toccarle le ginocchia. Si può fare qualcosa con l’omeopatia? ”

Al momento della visita (genn.2012) dei due interventi ne sta lavorando solo uno: quello dove hanno “ricostruito”  l’articolazione con mezzi sintetici (dei fili e due placchette), perchè quello dove hanno tentato la ricostruzione prelevando materiale dalla fascia lata del quadricipite femorale, è positivo al “movimento del cassetto” e pertanto andrebbe ri-operato. I colleghi hanno proposto la TPLO.

Tamata ha iniziato le sue terapie omeopatiche, e da subito ha cambiato atteggiamento: già nella prima settimana era più vivace, zoppicava, ma era ricomparsa la gioia nel suo sguardo. Dopo 3 mesi di terapie, il ginocchio fissato da mezzi sintetici ha iniziato a fistolare, ed alla fine abbiamo deciso di riaprire, ed asportare tutte le placchette ed i fili che ormai sostenevano solo una reazione infiammatoria cronica, localizzata a tutta l’articolazione del ginocchio.

Tamata ha proseguito il suo iter omeopatico, anche nel post-operatorio, e si è ripresa immediatamente. Man mano che l’articolazione lavorava, assecondando completamente le sue possibilità, si è rimodellato il ginocchio, i muscoli si sono sviluppati nuovamente ed oggi Tamata corre, salta, gioca, nuota e  si stira dal divano come le è sempre piaciuto tanto fare.

Continuiamo sempre una terapia omeopatica di supporto, per gestire il precoce quadro artrosico (conseguente agli interventi che ha subito), che le causa notevoli disagi ai cambi meteo.

Anche stavolta l’omeopatia mi ha stupito, confermando ancora la sua efficacia a tutto tondo, la sua economicità e la sua dolcezza.  La displasia dell’anca, la rottura del crociato, la lussazione della rotula, le epicondiliti del gomito…tutti problemi ortopedici che hanno il loro peso ma che si possono affrontare in altro modo! Vi basti sapere che due giorni fa ho iniziato a lavorare omeopaticamente su una mancata unione del processo anconeo in un giovane pastore tedesco.. anche in questo caso l’unica via da percorrere sarebbe quella chirurgica.. vedremo come Wolf reagirà alle mie terapie, tra due mesi lo rivedrò e vi farò sapere!

Quella in video è Tamata a Gennaio 2013 mi sembra che vada bene, non sembra anche a voi???

Qui, da Alda Grossi, medico veterinario omeopata ed agopuntore, è tutto, arrivederci.

 

 

 

 



Cari amici , trovo che la Dr.ssa Alda Grossi sia molto competente.

Io ho l’esperienza di uno dei miei cani: una setter, si chiama Linda, che dall’età di 6 anni ha una tosse continua. Inutile dire da quanti medici veterinari sia stata visitata, ma senza alcun risultato.

Le sono stati somministrati farmaci quali antibiotici di varia natura, cortisonici, è stata supportata da prodotti fitoterapici (vista la mia professione di erborista) che però sono solo serviti a limitare i danni dei farmaci.

Tra le varie medicine ho provato anche l’omeopatia, ma senza alcuna risoluzione….  finchè non ho conosciuto la Dr.ssa Grossi, alla quale ho raccontato l’esperienza avuta.

Ecco, devo dire che nel giro di 3 settimane la situazione si è ribaltata. Preciso che Linda ha 13 anni, presenta anche altre patologie legate alla sua età (artrosi diffusa, specie alle anche ad alla schiena, insufficienza mitralica e tricuspidale).

Ho potuto vedere già da subito il cambiamento nel fisico, e consiglio a tutti Voi di fare provare, inoltre, l’agopuntura ai vostri piccoli amici perchè è qualcosa di eccezionale! …ovviamente fatta da Alda… In lei c’è qualcosa di più…. Entra proprio nell’animo dei suoi  piccoli pazienti…. vi sembra cosa da poco? Ringrazio tutti per l’attenzione, e Linda vi esorta a far “curare” i suoi fratelli da colei che è capace di farlo con amore .     Paola  e “LINDA”



“Ho conosciuto la Dottoressa Alda Grossi ad aprile, dopo mesi di calvario per Filippo, il mio gatto di 10anni a cui era stato diagnosticato un istiocitoma.

L’approccio della dottoressa è stato particolare, efficace e sincero: mi ha ascoltato, ha ascoltato anche quei piccoli cambiamenti che gli altri veterinari hanno liquidato come insignificanti.

Ha curato Filippo, non solo i sintomi.

E’ stata disponibile, chiara, precisa. Ha dedicato più di un’ora a Filippo e ci ha lasciato dicendo “Disturbatemi quando volete”. 

Ho scoperto con lei che l’omeopatia per gli animali funziona. 

Filippo non ce l’ha fatta, ci ha lasciato a maggio e lei era con me, ha vissuto quei momenti concitati in clinica, è stata con me anche dopo. 

E’ stata umana, dolcissima, doti che a molti veterinari – e per Filippo ne ho visti tanti – mancano totalmente.

La professionalità e la capacità della Dottoressa di andare al di là del semplice rapporto “sintomo/cura”, l’umanità, i consigli che mi ha dato – l’unica che mi ha parlato di dieta B.a.r.f  per esempio – il tipo di approccio con l’animale, la completezza delle spiegazioni, hanno cambiato anche la mia visione della figura del medico veterinario. 

Dopo, mi è stata di grande aiuto con Leo e con Aldo, l’ultimo arrivato in casa, spaventato e rimasto orfano.

Ho un solo rammarico: non averla incontrata prima, quando mi sono accorta della strana macchia che Filippo aveva sulla schiena.” 




Voglio oggi scrivere delle mie numerose esperienze nella risoluzione di una cosa frequente come quella dell’igroma del gomito: patologia molto frequente nella specie canina, in particolare nelle razze medio-grandi o giganti.

L’igroma è una raccolta di liquido sinoviale nella capsula articolare, conseguenza di una reazione infiammatoria cronica dell’articolazione del gomito, dovuta -in genere- ad un susseguirsi di microtraumatismi derivanti dalla postura dell’animale stesso.

La terapia d’elezione prevede l’utilizzo di antiinfiammatori ed antibiotici, nonchè la frequente pratica di siringaggio del liquido articolare stesso.

Reputo il siringaggio un’operazione invasiva, priva di senso e causa di infezioni secondarie. La ritengo pertanto una pratica desueta, che purtroppo è la routine!

Non serve a nulla siringare perchè il medico ha le competenze necessarie per definire (mediante un buon esame semeiotico del paziente) se l’essudato articolare è meramente sieroso, o se può essere settico (emorragico-purulento, o purulento). Lavorando con i giusti rimedi omeopatici (Apis, Bryonia, Arnica, sono i principali ed i più frequentemente chiamati in gioco) nel giro di un o due mesi si risolve COMPLETAMENTE!  Senza: 1) dispendio economico per analisi dell’essudato; 2) stress dell’animale per il siringaggio ripetuto settimanalmente; 3) utilizzo di molecole non prive di effetti collaterali; 4) senza limitare l’animale nei suoi movimenti.

Considerate pertanto di rivolgervi ad un medico veterinario omeopata, o alla sottoscritta: Dr.ssa Alda Grossi.

 



un sondaggio della rivista Altroconsumo tra i cittadini europei ha confermato la tendenza positiva.
Mentre in territorio statunitense assistiamo alla class action contro l’azienda farmaceutica omeopatica Boiron per la pubblicità di Oscillococcinum, ritenuta  ingannevole per la cura della sindrome influenzale, continuano a giungere notizie di conferme scientifiche e di accresciuto  successo popolare dal resto del mondo.
È noto che l’Omeopatia sia efficace anche nel trattamento delle piante e potrebbe rappresentare una risorsa in alternativa alle sostanze comunemente utilizzate in agricoltura.
Un’interessante e recente testimonianza di ciò è The effect of high dilutions of Pulsatilla nigricans on the vigour of soybean seeds subjected to accelerated aging (L’effetto di alte diluizioni di Pulsatilla nigricans sul vigore di semi di soia sottoposti a invecchiamento accelerato) pubblicato su Acta Scientiarum. Agronomy di Da Silval H.A. Et al.
Sono state somministrate a campioni di semi di soia diluizioni 6, 12, 18, 24 e 30CH di Pulsatilla oppure acqua distillata di controllo (ogni campione ha ricevuto una sola diluizione del farmaco omeopatico o solo acqua distillata). In seguito, i semi sono stati sottoposti a invecchiamento accelerato (48 ore a 42° C) in una camera di crescita (25 ± 2° C).
Sono stati valutati: la germinazione, la lunghezza delle radici primarie e germogli, il peso delle radici e dei germogli e l’attività enzimatica della perossidasi dei campioni. La germinazione e il peso di radici e germogli delle piantine trattate con Pulsatilla nigricans erano superiori al controllo, con l’eccezione del campione trattato con CH 30 in cui non è stato registrato un incremento significativo del peso dei germogli mentre i campioni trattati con diluizioni 12, 18 e 24 CH hanno prodotto una maggiore lunghezza dei germogli stessi.
Questi studi evidenziano gli effetti dei rimedi omeopatici nel mondo vegetale dove non è possibile sostenere l’esistenza di effetto placebo.
La rivista ALTROCONSUMO ha svolto, invece,  una inchiesta in Italia, Brasile, Belgio, Francia, Germania e Spagna  raccogliendo le esperienze  dei pazienti che si sono rivolti all’omeopatia: costi e caratteristiche delle visite, costi dei medicinali, rapporto con l’omeopata, soddisfazione relativa ai risultati ottenuti ecc.
In totale sono stati inclusi 919 pazienti adulti e 398 pazienti bambini.
L’inchiesta è stata svolta con la collaborazione di una rete di medici omeopatici (appartenenti alla Liga Medicorum Homeopathica Internationalis).
I medici hanno fatto da tramite tra la rivista e i pazienti (di cui per motivi di privacy si ignora l’identità) per la consegna dei questionari. Nello studio sono stati inclusi soltanto coloro che si rivolgevano per la prima volta a quel medico omeopata. Ogni partecipante ha ricevuto due questionari, il primo in occasione della prima visita, il secondo a sei mesi di distanza dal primo (per gli adulti) o a due mesi di distanza dal primo (per i bambini), per verificare l’evoluzione del disturbo dopo le cure.
Dall’inchiesta è emerso che nella maggior parte dei casi (oltre il 70%) ci si rivolge a un omeopata dopo avere inizialmente affrontato il problema attraverso la medicina convenzionale, rivolgendosi a un medico di base o a uno specialista. Inoltre risulta che a consigliare questa scelta, più che i media, siano soprattutto parenti e amici, evidentemente soddisfatti dalla loro esperienza. Del resto, il 76% di chi ha risposto al questionario dichiara che suggerirebbe l’omeopatia, sicuramente o probabilmente.
L’inchiesta di Altroconsumo continua affermando che l’aspetto di cui i pazienti sembrano maggiormente soddisfatti sia la relazione con il medico. I pazienti dichiarano di aver avuto la possibilità di spiegare bene i loro problemi, si sono sentiti capiti, l’omeopata ha prestato loro tempo sufficiente (la durata media della prima visita è superiore all’ora). In questo senso l’omeopatia offre l’altro lato della medaglia rispetto alla medicina convenzionale. In una precedente inchiesta di Altroconsumo dell’ottobre 2010 sul medico di base era infatti emerso come fosse proprio il rapporto con il medico uno degli aspetti meno soddisfacenti.
Una buona relazione con il medico, è la scienza che lo conferma, è parte integrante della cura: l’omeopatia, in quanto medicina olistica, si differenzia dal mondo della medicina convenzionale, che, per comune percezione, accentua in misura sempre maggiore il lato tecnico e specializzato, rischiando di trascurare di occuparsi della persona nel suo insieme, caratteristiche psicologiche incluse.
Nella conclusione si valutano i cambiamenti nelle limitazioni legate al disturbo per cui ci si è rivolti all’omeopata all’inizio della terapia e dopo sei mesi dall’inizio della cura.
I miglioramenti sono stati percepiti soprattutto per
allergie (è un po’ migliorato 44%, è migliorato di più 19%)
problemi psicologici (è un po’ migliorato 30%, è migliorato di più 18%)
disturbi respiratori(è un po’ migliorato 29%, è migliorato di più 17%) 

Sono consapevole che i dati non possano essere confrontati con una rigorosa valutazione dell’efficacia clinica, tuttavia questi tipi di valutazione si avvicinano maggiormente a quelli che, secondo me,  rispettano al meglio le caratteristiche dell’approccio omeopatico cioè gli studi osservazionali. Questi ultimi esprimono maggiormente il concetto di effectiveness, cioè quanto un trattamento funziona nella pratica clinica, quindi in modo reale sul territorio, rispetto al concetto di efficacy che misura quanto il trattamento funziona in studi clinici o studi di laboratorio.
 da “La Stampa” del 16 Agosto 2012

2019 – Privacy Policy

Realizzato da BDF communication.